GENITORI, ADOLESCENZA E
INTERNET
Il sottile confine tra
protezione e controllo
Dott. Enrico Pinna
Psicologo psicoterapeuta
3497387461
L’adolescenza è una fase importante
nello sviluppo e nella crescita di ognuno di noi. Tutti siamo stati adolescenti
e tutti abbiamo vissuto questo periodo fatto di tante esperienze e tanti
elementi.
✔ Ma come definire l’adolescenza?
Possiamo considerare questa fase
della vita comune a tutti come un periodo di passaggio, di transizione, una
sorta di terra di nessuno in cui molto di ciò che è stato conosciuto fino alla
fanciullezza viene messo in discussione, criticato ed invalidato provocando
sensazioni di insicurezza e perdita di radici.
Tutto ciò ha una funzione adattiva
molto importante in cui l’adolescente passa da una fase in cui è stato quasi
totalmente dipendente dal contesto familiare ad una in cui cresce il bisogno ed
il desiderio di autonomia ed indipendenza, ed in cui emerge forte l’esigenza di
differenziarsi e di creare una propria forma.
Possiamo definire l’adolescenza come
una complessa fase di sviluppo in cui si intrecciano in maniera interdipendente
modificazioni corporee, costruzione di un proprio modo di essere e dinamiche
relazionali nuove.
✔ Cosa succede?
Nell’adolescenza si attivano due
forze apparentemente in contrasto tra loro:
- da una parte c’è una spinta ad
esplorare, a conoscere, a formarsi una identità ed una propria gamma di schemi
valoriali.
- dall’altra rimane ancora molto
forte il bisogno di vicinanza delle figure di accudimento e di essere protetto
da esse rimanendo il più possibile in una posizione di “non responsabilità”
adatta proprio all’ esplorazione.
In realtà queste due forze sono
entrambe funzionali ad un processo di crescita e di stabilizzazione
dell’identità e, se sono in equilibrio, fanno sì che la persona raggiunga la
propria maturazione.
✔ Quali sono i problemi?
La fase adolescenziale comporta
necessariamente un vissuto di conflitto e di contrasto nel ragazzo/a.
Questo conflitto prende forma in
diversi mutamenti che avvengono su più fronti: fisico, sessuale, emotivo,
cognitivo e conseguentemente comportamentale. Pensiamo per esempio alle
semplici trasformazioni corporee, molto spesso rapide e vistose, in cui c’è un
passaggio repentino da uno schema stabile e conosciuto ad uno ancora tutto da
sviluppare e consolidare.
Tutto ciò naturalmente attiva ansie e
preoccupazioni su un divenire ancora da definire, con una molto spesso marcata
difficoltà ad esprimere questo disagio ed a ricondurlo a situazioni tangibili.
Succede quindi che ci sono tante spinte verso un mondo adulto senza molte volte avere il tempo di adattarsi e di prendere le misure, attivando un sentimento spesso connotato da frustrazione e rabbia che alimenta ancora di più quella sensazione di disagio che ogni fase di passaggio comporta.
✔Adolescenza ed Internet
In questa fase diventa molto importante l’appartenenza ad un gruppo, per via del distacco dal nucleo familiare di cui parlavamo prima, che diventa il nuovo punto di riferimento. È all’interno del gruppo che i ragazzi condividono aspettative, ansie, paure, del tutto naturali. Per esempio la paura di essere giudicati negativamente, di sentirsi privi di un’identità, di non essere sessualmente adeguati e di non corrispondere a canoni estetici accettati dai propri pari. Quindi succede che il ragazzo sperimenta e ricerca dei nuovi comportamenti e delle nuove strategie per essere accettato dal gruppo, in cui mette alla prova i propri limiti ed esplora nuovi modi di essere. Internet in questo meccanismo diventa spesso un luogo privilegiato dove poter agire. È più facile, è snello nel suo utilizzo, ed ha una possibilità di risposte quasi immediata.
Diventa il luogo dove tutto sembra possibile, di facile accesso, e che risolve apparentemente i conflitti. Il problema che viene fuori dall’utilizzo della rete negli adolescenti è che l’interazione virtuale ha una caratteristica che non aiuta la crescita: è molto spesso priva di affettività “vera”, di relazioni tangibili e di emotività concreta. Proprio per la sua caratteristica intrinseca, la virtualità, manca il contatto ed il confronto tra virtuale e reale rischiando così di confondere i due livelli e di invertirli nella forma e nel significato.
Aumenta paradossalmente molto nel
ragazzo quella sensazione di confusione e di “sentirsi perso” che è proprio il
motivo per cui spesso si cercano risposte su internet, generando un circolo
vizioso che spesso può avere effetti nocivi per la salute e l’equilibrio dei
nostri ragazzi. Soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui la
rete è diventata per tutti quasi l’unica opportunità di socializzazione è
necessario monitorare l’uso di questo strumento facendo in modo che non diventi
un abuso con conseguenze a volte drammatiche per i ragazzi.
✔ Cosa possono fare i Genitori?
È difficile proprio perché i nostri figli, per i motivi detti prima, passano di per sé un periodo complesso. E allora in molti casi la modalità che appare più semplice da usare è aumentare il controllo e la punizione. Si ha la sensazione, in questo modo, di riprendere in mano la situazione e di poterla gestire. Ed in molti casi, a breve termine, è proprio così.
Il problema è che nel medio lungo periodo questa strategia non paga e, non solo non risolve il problema, ma diventa causa di ulteriore malessere nel ragazzo. Questo succede perché aumenta nell’adolescente la sensazione di non essere libero di esplorare, quindi viene bloccato il bisogno forte di fare esperienza e contemporaneamente non viene soddisfatto l’altro forte bisogno di sentirsi protetto.
Controllo non è sinonimo di protezione, sono due cose diverse. Il controllo fine a sé stesso fa sì che la persona che lo subisce non ha la possibilità di esprimersi, può fare solo due cose: obbedire oppure no. Manca la possibilità di capire, di metabolizzare, di fare proprio ciò che, in buona fede, si sta cercando di insegnare.
La protezione invece, se è efficace,
permette di soddisfare sia l’esplorazione sia la percezione di un porto sicuro
dove rifugiarsi qualora ci si senta smarriti. Passa attraverso canali sottili e molte volte
difficili da cogliere, quali l’affettività, l’intelligenza emotiva, il dialogo
e l’empatia. È più difficile da concretizzare, è più faticosa ma è la strada
che paga di più nella relazione con i nostri figli. Non si può “controllare” e
proteggere se prima non si costruisce giorno per giorno una relazione affettiva
solida. Ecco perché per i genitori è importante avere consapevolezza dei propri
schemi che si attivano, delle modalità di comunicazione disfunzionali, delle
paure(legittime) e delle modalità più efficaci per gestirle.
✔ Come può aiutare la psicoterapia?
La psicoterapia può aiutare i
genitori a fare chiarezza. Fa emergere quali sono le criticità e le difficoltà
a cui ci si trova davanti e fornisce strumenti efficaci di intervento.
Aumenta la consapevolezza dei nostri
schemi, delle nostre paure e delle nostre reazioni emotive e la nostra capacità
di gestirle, e conseguentemente fa aumentare la nostra percezione di essere in
grado di fornire interventi educativi efficaci anche di fronte a problemi
complessi come questo.
Con una conoscenza ed un allenamento
su processi efficaci di comunicazione, una migliore consapevolezza di se’ e delle
proprie risorse, offre la possibilità di proteggere i nostri figli senza cadere
nella trappola del controllo fine a sé stesso che, come già detto, si rivela
nella maggior parte dei casi un boomerang che impedisce proprio quello che ogni
genitore vorrebbe: la sicurezza e l’equilibrio del proprio figlio.
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